La medicina dei viaggi costituisce un approccio multidisciplinare alle problematiche connesse ai viaggi; nasce negli anni ’80 come risposta alla crescente traslocazione di persone (nel 2010 sono previsti 937 milioni di arrivi internazionali) e si pone come una nuova disciplina medica i cui obiettivi sono la conservazione dello stato di salute e laprevenzione delle malattie. Turisti, diplomatici, rifugiati, militari e volontari sono solo alcune tipologie di viaggiatore che possono trarre beneficio da questa branca medica.
Il termine “medicina tropicale” si riferisce allo studio di un complesso di malattie prevalentemente, ma non esclusivamente, di causa infettiva la cui diffusione, salvo pochi casi, non è affatto limitata alla parte del pianeta compresa tra il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno. D’altra parte la fascia “tropicale” comprende situazioni climatico-ambientali molto diverse tra loro (ad esempio l’altitudine o le grandi correnti marine) con la differenziazione alle medesime latitudini di differenti “nicchie” ecologiche. La stretta correlazione tra medicina dei viaggi e medicina tropicale, a partire dalla loro semplice definizione, diventa quindi evidente.
Viaggiare significa anche consumare cibi o bevande potenzialmente pericolosi, dall’acqua ai latticini e ai cibi esotici, fare il bagno in acque contaminate, essere esposti a punture di varie tipologie di insetti, morsi di animali e, da ultimo, espone maggiormente al rischio di trasmissione di malattie infettive interumane, anche sessualmente trasmissibili.
Il viaggiatore stesso assume varie sfaccettature: dall’abituale all’occasionale, dal lavoratore al turista, da quallo che rimane all’estero per pochi giorni a quello che vi rimane per lungo tempo, a chi soffre di qualche malattia cronica o a chi assume farmaci che possono ridurre l’efficenza delle difese immunitarie, dal bambino, all’anziano, alla gravida. La valutazione delle malattie tropicali si basa, inoltre, sull’analisi di fattori di rischio maggiori, quali condizioni igieniche generali precarie, carenza di infrastutture, presenza edemica di malattie trasmissibili, e minori, come il fuso orario, la stanchezza da viaggio, il cambiamento del clima o le modificazioni delle abitudini alimentari.
L’ambulatorio di medicina dei viaggi e medicina tropicale deve essere inteso come la possibilità di una consulenza personalizzata (basata sulla tipoligia di viaggio e viaggiatore) e di consulenza finalizzata, mediante adeguata formazione e consigli pratici, a evitare tutte le possibili malattie.
Nell’ambito dell’ambulatorio stesso è possibili l’impiego di opportune vaccinazioni, eseguibili all’atto stesso della visita, a meno di controindicazioni, e la prescrizione di adeguata profiassi farmacologiche.
Un cenno a parte, anche se completamente integrate nell’ambulatorio di medicina dei viaggi e tropicale, meritano la informativa, la diagnosi e il controllo nel tempo delle malattie sessualmente trasmissibili che, indipendentemente dalla latitudine, presentano di anno in anno un’incidenza di nuove infezioni che sfiora i 300 milioni di nuovi casi/anno.
Dall’HIV alle epatiti a causa virale, dalla sifilide alla gonorrea, una tempestiva diagnosi associata a un corretto approccio terapeutico portano alla cura se non alla completa guarigione delle stesse.
Testo a cura del dr. Massimiliano Ortu – Medico Specialista in Medicina Tropicale